Casa Morra

I Giganti dell’arte dal teatro

Archivi d’Arte Contemporanea – Il Gioco dell’Oca – 100 anni di mostre

INAUGURAZIONE 

DOMENICA 8 OTTOBRE 2017 ore 17:00 

II EVENTO – 2° ANNO

JULIAN BECK – HERMANN NITSCH – SHOZO SHIMAMOTO 

e

JOSEPH BEUYS

ARCHIVIO LIVING THEATRE

ARCHIVI MARIO FRANCO

Casa Morra, lo spazio museale creato da Giuseppe Morra, inizia il suo secondo anno di attività dedicando nuovi ambienti a tre artisti che dalla pittura sono approdati al teatro e all’azione performativa, mossi dall’aspirazione alla totalità dell’arte. 

Nella splendida cornice di Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona, il complesso di 4.200 mq che gradualmente la Fondazione Morra sta ristrutturando per accogliere l’ampia Collezione Morra, opere di Julian Beck, Hermann Nitsch e Shozo Shimamoto si confrontano nella mostra I Giganti dell’Arte dal Teatro. In contemporanea, aprono una sezione dedicata a Joseph Beuys che presenta opere e documenti donati dalla Collezione Lucrezia De Domizio Durini, l’Archivio Living Theatre e gli Archivi Mario Franco su arte e cinema.

I Giganti dell’Arte dal Teatro pone in dialogo fra loro quattro personalità che hanno fatto dell’arte la loro vita: Julian Beck, pittore dal 1944 al 1954, che dall’onda dell’espressionismo astratto giunge al teatro anarchico e di strada, al teatro di vita, fondando con Judith Malina la compagnia del Living Theatre; Hermann Nitsch, padre dell’Azionismo Viennese, che si accosta all’idea di “opera d’arte totale” nell’Orgien Mysterien Theater, una forma di teatro sinestetico che penetra gli abissi dell’inconscio per innescare una reazione catartica; Shozo Shimamoto, fondatore e membro del gruppo Gutai, che del colore fa uso materico e spaziale fino a raggiungere una pittura-azione dettata non più dal pennello ma dal gesto compiuto dall’artista; Joseph Beuys, figura cardine della neoavanguardia, sostenitore della fusione tra arte e vita, tra ricerca artistica e impegno politico, per concepire una scultura sociale sul principio secondo cui “ogni uomo è artista”. 

Casa Morra mostra come l’arte sia una conoscenza intuitiva che, tramite l’esperienza creativa, apporta modificazioni, resistenze e rivoluzioni nell’esistenza di chi la fa propria. Riapre al pubblico puntando l’accento sulla componente esperienziale, cui il Maestro Hermann Nitsch rende omaggio mettendo in scena una lehraktion, azione teorica sui fondamenti del suo teatro sensoriale ed estatico. 

L’Archivio Living Theatre contiene testi, documenti, appunti e corrispondenze, scritti personali di Judith Malina, fotografie e diapositive, manifesti, inviti, giornali, libri, riviste e registrazioni video, tutti relativi agli anni 1969-2015, oltre ad un’ampia sezione dedicata a costumi e oggetti di scena; un archivio costruito nel tempo dall’amicizia di Giuseppe Morra con Judith Malina e Hanon Reznikov. 

Casa Morra presenta anche una sezione dedicata al cinema con gli Archivi Mario Franco, una raccolta di libri, cataloghi, film in pellicola, in DVD e in vari formati sia analogici che digitali, che attraversano diverse correnti artistiche, dalle prima avanguardie fino ai giorni nostri, prodotti e collezionati in circa 50 anni di attività di Mario Franco, regista e storico del cinema. La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, nell’ambito di PROGETTO XXI (ed. 2017, Itinerari del Contemporaneo e Confronti) presenta SOGNI INCUBI DELIRI, la prima rassegna cinematografica dagli Archivi Mario Franco (dal 14 ottobre al 23 novembre 2017) a cura di Mario Franco, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Morra, presso la sede di Casa Morra. 

In occasione dell’apertura, il racconto espositivo di Casa Morra si estende e aggiunge l’opera 3_Lucifero_archeologia (albero) di Gian Maria Tosatti, una delle “Sette Stagioni dello Spirito”, progetto site-specific che l’artista ha realizzato a Napoli, disseminando sette installazioni ambientali nei tre anni di residenza presso la Fondazione Morra.

Casa Morra, archivio di arte contemporanea, non è un semplice luogo di esposizione e conservazione, ma uno spazio dinamico in cui la ricerca è parte essenziale del progetto e, nell’ottica di una “casa delle idee” in grado di stimolare la riflessione e la ricerca in relazione alla società e la sua evoluzione, sino a sfidare il tempo con una programmazione definita sino al 2116. Giuseppe Morra ha infatti pianificato 100 anni di mostre, attraverso il meccanismo del gioco dell’oca fatto di rimandi, attraversamenti e ritorni. Cicli espositivi regolati dall’alchimia dei numeri 3 e 7 che coincidono di volta in volta con il numero di artisti presentati o la quantità di opere e sequenze di mostre.

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