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Il colore come intima questione della pittura

il colore come più intima questione della pittura

la notte, in cui la luce è ampiamente assente, ci riporta indietro nel buio del grembo materno (nella notte vegetativa del grembo materno che l’esperienza dell’occhio conosce a stento), più profondo ancora, ci porta nella non esistenza dei nostri 5 sensi, nel non essere nati né concepiti, nel nirvana, nel nulla. l’intera creazione, tutti i suoi fenomeni scintillanti sono immersi nel nulla.
l’inversione di questa prospettiva fa nascere l’essere dal nulla, le forze della natura generano soli, sistemi solari, mondi. i soli accadono, fissioni nucleari, calore, nasce la luce. la vita viene valutata, nascono i nostri sensi e fanno esperienza del mondo. si sviluppano l’odore, il gusto, il tatto, l’udito e l’olfatto. i colori colpiscono il nostro cervello, porpora, rosso-sangue, rosso-segnale, violetto, rosso-tulipano, rosso-vino. le violette e i ciclamini emanano il loro lilla-violetto. le rose espirano il colore bianco, il colore della luce, dal rosso all’arancio al giallo. anche i gigli, i lillà e i boccioli dei fiori da frutto sono bianchi. i colori vengono registrati dagli organi percettivi degli insetti. i colori attirano gli insetti alla dolcezza della loro vita causando la riproduzione o vegetazione. i colori sono la forma di manifestazione più sottile di tutto l’esistente. i colori si presentano in occasione del divenire e della vita, della resurrezione permanente di tutto ciò che è. penso al giallo splendente, giallo chiaro solare, al bianco sorridente brillante del volto del salvatore risorto circondato da un’aureola di luce e colore sull’altare di isenheim. questo cristo ridente si mostra dinanzi alla notte cosmica cosparsa di innumerevoli soli. il volto del dio, divenuto conscio del cosmo vivente che accade nell’eternità e nell’infinità, emana una luce accecante, una luce santa.

il colore si può ampiamente astrarre, scomponendo la luce in tonalità di colore. le tonalità del rosso, giallo, arancio, bianco ecc. possono esistere nei nostri pensieri solamente come tali, senza essere legate a un supporto materiale. l’arte permette di giocare con i colori, di fare arrangiamenti con i colori su una superficie nella festa. questi colori posti su una superficie nel senso della forma si chiamano dipinti. inizialmente avevo intenzione di prendere una via diversa. verso la fine del xix secolo si è imparato a liberarsi da molte false concezioni. con nietzsche si è iniziato a dire sì alla vita come tale. freud ci ha insegnato che la sessualità è qualcosa di naturale e che è importante non rimuoverla. la psicanalisi ha portato alla luce il fatto che il nostro sentire sensibile è molto più ricco di quanto permettessero la società, le concezioni di pudore tramandate, la religione e la civiltà. ciò che è «sordido», «impuro», tutto il sentire sensibile legato all’erotismo, le intensità dell’odore, le esperienze del cacciatore, del macellaio, del medico che dovevano occuparsi di sostanze corporee, di feci, organi interni, carne cruda, interiora, secrezioni e innanzitutto di sangue, erano tabù. tutte le sostanze, tutte le mucillagini che erano associate alle funzioni sessuali corporee, tutte queste realtà presenti, che richiedevano una fondamentale, profonda e intensa registrazione sensibile venivano spesso rimosse.

io ho contribuito a sviluppare una pittura che si occupava di tutte queste sfere represse. l’arte, la pittura si sono servite delle esperienze della psicanalisi, non era essenziale la tonalità del colore, ma lo diventava la sua sostanza, il liquido, la pasta di colore. nella mia pittura d’azione i colori (le sostanze), i liquidi venivano spalmati, spruzzati, versati. ne è risultata una pittura estatica dionisiaca, le possibilità di registrazione e di sensazione recuperate dalla rimozione sono state sismografate, rese visibili e consce attraverso l’arte. nasceva un’abreazione che rende consapevoli. la mia pittura d’azione è una pittura estremamente gestuale, è essenziale lo sfogo corporeo. il carattere di processo di questa pittura ha un indirizzo drammatico-teatrale. l’accadimento nel tempo è importante, si dà l’impostazione alle azioni dell’om theater. in effetti dalla pittura d’azione si è sviluppata l’esecuzione pratica del mio om theater. la pittura d’azione è la grammatica visiva del mio teatro d’azione su una superficie (di un dipinto). l’azione esce dalla superficie (del dipinto), va nello spazio, si mettono in scena accadimenti reali. la pittura d’azione è un rituale di fondo dell’om theater. per trent’anni ho usato il colore rosso, perché è il colore più intenso e rende estremamente chiara la fluidità del colore che andava dimostrata, nel qual caso era evidente l’analogia con il sangue.

per me la pittura d’azione è stata ed è l’estraniazione (abreazione) dell’omicidio, della macellazione, della caccia, dell’aggressione, della guerra (schizzare e sprecare sangue), è prossima al sacrificio masochistico di sé sulla croce, è l’abnegazione di sé in direzione del dilaniamento estatico del dio dioniso, l’estraniazione totale, la discesa in sfere mitiche in situazioni archetipiche estreme.
ho ridotto la mia pittura ad un’armonia monocroma chiaramente suggestiva. ho dato alla sostanza del colore l’unico colore per me possibile, il colore del sangue, rosso. per l’azione »teatrale« che si sviluppa dalla mia pittura è stato usato il sangue. il mio teatro è un teatro visivo. la pittura diventa la messa in scena di accadimenti reali, il colore diventa sangue e carne. un leitmotiv fondamentale del mio teatro d’azione è lo sventramento di una pecora scuoiata crocifissa a testa in giù. concepisco tutto questo come un processo ampliato della pittura. l’attore (pittore) rovista entrambe le mani fino ai gomiti nelle budella bagnate di sangue. sangue e acqua bollente schizzano sul telo bianco. le budella e le interiora che schiaccio e impasto sono per me colori pastosi che metto sul dipinto. il sangue schizza come colore rosso, la pittura d’azione è diventata processo reale compiuto in modo estatico e si espande fino a diventare festa di esistenza dell’om theater. già a metà degli anni sessanta ho utilizzato nelle mie azioni colori versabili estremamente brillanti, ma legati ad una sostanza. allo stesso tempo volevo integrare nell’om theater il colore puro (quasi insostanziale) attraverso proiezioni e cioè tutti i colori dello spettro dovevano essere proiettati su azioni e su una «superficie enorme». questo doveva avvenire insieme a suoni, odori, valori gustativi. quella volta scrissi un breve manifesto.

carne (luce)colore
carne colore
confronto anale, sadomasochistico con carne (azioni di sventramento e di smembramento) comprensione elementare amorfa il colore per il momento non viene astratto come tale, esso innalza solamente la comprensione elementare sensibile scomposizione dei valori cromatici e luminosi della carne con effetti di sublimazione astrazione dei valori cromatici in scale cromatiche carne = luce arcobaleno arco di luce nucleo di luce, cerchio di colore cerchio di luce matthias grünewald

l’abreazione eccessiva sadomasochistica si sublima durante il corso della rappresentazione fino alla comprensione del colore. allora intendevo contrapporre la cromaticità legata alla sostanza, per esempio il colore rosso della carne e del sangue, ad una invece astratta, quasi priva di materia. l’elemento sostanziale del colore doveva sublimarsi in un valore cromatico della luce proiettato.
d’altra parte già da tempo nutrivo il desiderio di introdurre nella mia pittura d’azione il colore, cioè tutte le tonalità cromatiche disponibili. il rosso scuro rifratto dei primi dipinti veniva sostituito già prima da un rosso chiaro, lucente, vivace nei miei ultimi lavori. anche qui era solo questione di tonalità cromatiche.
nel 1989, ho esaudito il mio desiderio a lungo coltivato. per il rituale della pittura d’azione ho usato tutti i colori disponibili, incluso il nero. la discesa nel sacrificio, nell’eccesso archetipico, nella morte deve essere trasfigurata e sublimata. il dolore, la condizione estrema, deve essere trasmesso a colori, attraverso il colore in modo ancora più intensivo. lo sgomento che comporta il colore rosso deve essere ancora accresciuto. nel corso della rappresentazione il ritorno dalle zone inferiori, che rende consapevoli, viene adornato dal colore, l’abreazione eccessiva sadomasochistica si sublima nella comprensione del colore. il ritorno dai luoghi del subconscio, dal vegetativo del sonno, della morte porta il chiarore della presa di coscienza della nuova nascita, della resurrezione. si mostra lo spettro dei colori. alla celebrazione del colore come sostanza si aggiunge l’armonia che ora si ricrea nuovamente, che si è introdotta spontaneamente nel processo di sviluppo e soprattutto nel processo del lavoro. il colore è una questione della più lucida veglia, dell’esistenza più intensa. raramente si sogna a colori. il colore è essere, movimento, luce. colore è la più meravigliosa sovrabbondanza, esuberanza della natura, l’essere più intimo e profondo e grande attimo di eterno inizio e  innovamento, l’eterna nascita e resurrezione. il colore è il contrario della notte del nulla, il colore è l’avvenimento meraviglioso, brillante, ridente dell’essere, tutti i sensi percepiscono il colore, l’essere, attraverso l’atto del sentire il sapore da parte dell’occhio.