Pasquale Persico

Pasquale Persico è nato nel 1946. È stato Ordinario di Economia Politica, Scienze della Comunicazione presso l’Università di Salerno dal 1987. Ha insegnato Economia Politica, Econometria, Politica economica ed Economia Italiana nell’Università Aldo Moro di Bari, nelle Università Orientale e Parthenope di Napoli, presso l’Università delle Calabrie e presso l’Università La Sapienza di Roma.

Nel 1981 ha vinto il Premio Saint Vincent per l’Economia e negli anni successivi si afferma come Research Scholar presso la London School of Economics e come Visiting presso il SIRCED della stessa Scuola.

Nel 1987 è stato Consultant OCDE presso la Divisione Scienze e Tecnologia.

Nel 1990 è stato Responsabile del Corso di Dottorato di ricerca in Economia del settore pubblico dell’Università di Salerno e, dal 1987 al 2000 e dal 2006 al 2011, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche della stessa università.

Negli anni è stato responsabile di diversi piani di sviluppo socio-economico, come quello della Val D’Agri nel 1999 e del Parco Nazionale del Cilento (patrimonio mondiale Unesco) (approvato all’unanimità dagli 80 comuni del parco e dai 15 che hanno chiesto di far parte delle aree contigue) dal 1999 ad oggi.

È stato, inoltre, Responsabile Scientifico del PIT del Parco Nazionale del Cilento nel 2002.

Per l’area del Basso Ferrarese ha coordinato il programma strategico “Identità e Sviluppo.”

Dal 1993 al 1997 è stato assessore allo sviluppo del Comune di Salerno e nel 2001 Assessore alle Politiche del territorio e dell’ambiente della Regione Campania.

È Direttore della collana di ricerca “Le città degli uomini” e della collana “La Città e L’altra città”, questa in collaborazione con Maria Cristina Treu.

Casa Morra. Laboratorio membrana della Città Metropolitana

di Pasquale Persico

La grande scala di palazzo Cassano Ayerbo d’Aragona, oggi Casa Morra, archivio d’arte visiva, annuncia l’ambizione del progetto ‘100 anni di mostre’: volersi segnalare come post visione di un processo-progetto-percorso di conoscenza e di emozioni attraverso il gioco dell’oca, questa volta aperto oltre alfa ed omega, per produrre standard urbani ad ampio spettro culturale di nuova generazione per la città che viene.

Nell’iniziare la visita di Casa Morra e del progetto, i giovani stagisti che la presentano diranno che “Casa Morra non è una galleria”, pur mostrando a tratti come sia vitale per la Casa questa funzione per presentare l’anima degli artisti attraverso gli archivi esistenti. Loro diranno poi che “Casa Morra non è un museo nella definizione classica”, sebbene sul piano amministrativo e in quello espositivo lo sia per farsi riconoscere come luogo produttore di temi che riguardano la conservazione, la manutenzione e la valorizzazione dei beni inventariati e classificati come archivio d’arte visiva.

Casa Morra non è un monastero sebbene sia abitato da ‘certosini contemporanei’, oltre a quegli abitanti del quartiere che ancora vivono come se la ‘Casa Complesso Urbano’ non fosse in metamorfosi contemporanea.

Per ‘certosini contemporanei’ intendiamo questa volta anche le ragazze ed i ragazzi che, in qualità di stagisti o di addetti dell’organizzazione della Fondazione, vivono temporaneamente nella grande Casa come residenti equivalenti, spesso provenienti da più parti del mondo ed in formazione sui temi dello studio degli artisti rappresentativi dell’archivio e di quelli che sono attratti dalle attività di Casa Morra.

Casa Morra non è una ‘casa-città chiusa’ perché, come progetto-processo, produce attività complesse che, oltre ad essere riconosciute come standard urbano coerente con la pianificazione urbanistica della Città di Napoli, aspirano a mostrarsi come parte di una città produttrice di standard immateriali contemporanei strategici, in linea con le prospettive di concorrenza tra città internazionalizzate (che riposizionano le loro attività culturali, proponendo reti di musei e proposte innovative di arte contemporanea) ed arti visive . Oggi Casa Morra concorre, con la lettura dei suoi archivi, a leggere con più elementi l’idea del quartiere dell’arte mostrando la vitalità progettuale della Fondazione Morra, che è impegnata a dare forza strutturante alle infrastrutture culturali del quartiere Avvocata – Quartiere dell’Arte.